Bantustan - strumenti
Lo strumento principe per creare il Bantustan mediorientale è il muro: oggi sono incappato per caso in un approfondimento della BBC, molto sintetico, ma credo ottimo punto d'inizio per chi è curioso.
la nostra rassegna stampa sulla Palestina
Israele imposta a quattro anni il termine per disegnare i confini definitivi
Chris McGreal da Gerusalemme
Venerdì 10 Marzo, 2006
The Guardian
Il primo ministro israeliano pro tempore Ehud Olmert, afferma che il paese disegnerà i suoi confini definitivi entro quattro anni senza consultare i Palestinesi se Hamas non riconoscerà lo stato Ebraico
Olmert, fortemente favorito nelle prossime elezioni tra tre settimane, dichiara al Jerusalem Post che entro il 2010 intende “giungere a confini israeliani permanenti, che ci separeranno completamente dalla maggioranza della popolazione Palestinese e preserveranno un’ampia e stabile maggioranza Ebraica in Israele”.
Non specifica il percorso della nuova frontiera, che afferma sarà decisa dopo un “dialogo interno in Israele” e consultazioni con gli alleati esteri. Ma Olmert ha ribadito la sua intenzione di annettere i blocchi di insediamenti principali nella West Bank e mantenere il controllo dell’area del fiume Giordano “come confine di sicurezza”, il che risulterà in uno stato Palestinese completamente circondato da territorio sotto il controllo Israeliano.
Il supporto per il partito Kadima di Olmert, lanciato l’anno scorso da Ariel Sharon prima che cadesse in coma due mesi fa, è incappato in queste settimane su accuse di corruzione ed il successivo terremoto delle elezioni Palestinesi. Ma, con i sondaggi che danno il Kadima come in testa al parlamento, rimane alto l’appoggio dell’opinione pubblica per il ritiro da ampie zone della West Bank ed il mantenimento della presa sui principali insediamenti.
Il piano esposto da Olmert richiederebbe la rimozione di circa 60,000 Israeliani dagli insediamenti più profondi nella West Bank, ma ne lascerebbe circa 350000 nei principali ed a Gerusalemme Est.
Olmert afferma che lascerebbe ad Hamas un “ragionevole” periodo di tempo per incontrare la richesta del riconoscimento dello stato Ebraico, rinunciare alla violenza ed accettare gli accordi sottoscritti dall’Autorità Palestinese (AP). “Aspetteremo, ma non intendo farlo per sempre”. “Se in un tempo ragionevole sarà chiaro che l’AP non accetterà questi principi, avremo la necessità di cominciare ad agire”.
Il Signor Olmert ha anche aggiunto di non avere mai avuto intenzione di incontrare il Presidente palestinese Mahmoud Abbas in quanto non si sentiva pronto a tracciare una distinzione artificiale fra il leader palestinese e il governo costituito da Hamas. "Essendo l'Autorità palestinese una forza di governo, nel momento in cui al suo interno la componente dominante diviene Hamas, cade ogni ragione di incontrarsi".
Il capo dei negoziatori Palestinesi, Saeb Erekat, dichiara alla Reuters che imporre unilateralmente un confine non porterà alla pace. “La strada per la pace e sicurezza nella regione non passa attraverso l’unilateralismo, la costruzione di mura ed insediamenti, ma piuttosto attraverso la ripresa di negoziati permanenti sulla situazione".
M.O.: FASSINO, CONDANNARE AMBIGUITA' SINISTRA SU ISRAELE
(AGI) - Roma, 6 mar. - "Bisogna condannare quei settori della sinistra che, anche se in posizione minoritaria, sono ambigui rispetto a Israele". Il segretario dei Ds, Piero Fassino, durante una tavola rotonda organizzata da Sinistra per Israele sul ruolo dell'Italia nella crisi mediorientale torna cosi' a condannare la posizione di parte della sinistra su Israele.
"La sinistra - ha detto il segretario della Quercia - non puo' che battersi perche' il diritto a esistere di Israele sia irreversibile e indiscutibile: qualsiasi tesi che consideri il suo diritto a esistere come qualcosa di reversibile non puo' che essere respinta".
Secondo Fassino "un uomo di sinistra non puo' non battersi per ricordare la storia del popolo ebraico e le enormi sofferenze patite durante l'Olocausto, ma deve anche ricordare cosa e' stato il sionismo: bisogna battersi contro una lettura manichea della storia per cui si riconosce l'Olocausto, ma non il sionismo come movimento di liberazione del popolo ebraico".
"Noi siamo dalla parte di Israele - ha sottolineato - sia per cio' che ha dovuto sopportare nel suo passato, ma anche nell'attualita'". (AGI) -
061945 MAR 06
Mentre russi e palestinesi discutevano a Mosca, a Nazareth ieri pomeriggio si è sfiorata la tragedia: tre israeliani ebrei, un uomo e due donne, sono entrati travestiti da pellegrini cristiani nella Basilica dell'Annunciazione trasportando, in una carrozzina, una bombola del gas ed alcuni petardi. Testimoni hanno riferito che i tre, appena entrati, hanno lanciato i petardi tra la folla in preghiera per l'inizio della Quaresima. I forti boati hanno scatenato il panico tra i fedeli cristiani convinti dell'inizio di un attacco con bombe contro la basilica.
Almeno sette persone sono rimaste contuse nel fuggifuggi, altrettante sono state portare in ospedale in stato di shock. Ferito alla testa anche l'assalitore israeliano, raggiunto dalla folla. La rete televisiva Canale 10 lo ha identificato in Haim Eliahu Havivi, 43 anni, di Gerusalemme, che in passato aveva compiuto un'azione simile anche a Betlemme ed era stato interrogato dai servizi di sicurezza. Contro di lui però non sono mai stati adottati provvedimenti restrittivi. In Israele lo hanno subito etichettato come «malato di mente». Le due donne sono la moglie di Eliahu Aviv, una polacca convertita all'ebraismo, e la figlia di 20 anni.
«È la solita storia, tutte le volte che un attentatore o un assalitore ebreo compie un attacco contro arabi, lo Stato si affretta a definirlo una persona instabile, con problemi psichiatrici. Non accade mai con gli attentatori arabi. Era accaduto lo stesso con Ami Popper (un militare che falciò con il mitra otto lavoratori di Gaza nel 1990 vicino Tel Aviv) e con Baruch Goldstein (che nel 1990 uccise 30 fedeli musulmani a Hebron)», ha commentato Wadye Abu Nassar, un consigliere del Patriarca cattolico di Gerusalemme Michel Sabbah. «La Chiesa cattolica locale condanna con forza questa azione contro la Basilica della Annunciazione e si aspetta che lo Stato di Israele protegga i luoghi santi cristiani», ha aggiunto.