17 novembre 2006

La democrazia israeliana

Da Il Manifesto

Recentemente ha fatto il suo ingresso nel governo Olmert un certo Avigdor Lieberman, neo vice primo ministro e con l’ incarico per gli affari strategici legati alla sicurezza dello stato d’ Israele.

Questo signore, giunto in Israele nel ’78 dalla Moldavia (allora Unione Sovietica) e a capo del partito di estrema destra Israel Beiteinu, aveva gia ricoperto incarichi ministeriali nel governo Sharon distinguendosi per affermazioni del tipo “gli arabi d’ Israele dovrebbero essere espulsi”.
Quest’anno, probabilmente forte di un risultato elettorale che a marzo scorso ha assegnato al partito da lui fondato, Israel Beiteinu, “Israele la nostra terra”, 11 seggi alla Knesset avendo ottenuto l’8,98% dei consensi, ha addirittura dichiarato durante un dibattito parlamentare (4 maggio), che parlamentari arabi del parlamento israeliano che hanno rapporti con Hamas o che non festeggiano il giorno dell’Indipendenza dello Stato d’Israele dovrebbero «essere uccisi».

Gli arabi costituiscono il 20% della popolazione dello Stato d’Israele. A differenza di cittadini come Avigdor Lieberman, arrivato nello Stato ebraico dall’allora Unione Sovietica (Moldavia) nel 1978, gli arabi-israeliani abitavano ad Haifa, Jaffa, Lod (che in arabo si chiamava Lidda) ed in numerosi villaggi di cui non rimane traccia, da prima della fondazione dello Stato d’Isarele nel 1948. La maggior parte degli arabi israeliani si definisce palestinese, dati anche i legami familiari tra cittadini arabi recanti passaporto israeliano e gli abitanti dei territori palestinesi occupati. La maggioranza è composta da musulmani sunniti, ma vi sono anche drusi e cristiani. Per Lieberman questi cittadini dovrebbero ricongiungersi ai palestinesi dei territori, a meno di non mostrare piena lealtà allo Stato

Le discriminazioni di cui sono vittima i cittadini arabi di Israele vengono denunciate puntualmente ogni anno da associazioni come il Mossawa Centre e l’Adalah (centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele). Secondo dati diffusi in un rapporto del Mossawa Centre quest’anno, durante gli ultimi 58 anni, la comunità araba d’Israele è stata vittima, in maniera progressiva di ingiustizia sociale ed economica e di discriminazioni di vario tipo. I cittadini arabi-israeliani sono sottorappresentati negli uffici governativi (6%). Hanno accesso limitato alle allocazioni del budget statale (5% nel 2005), ma soprattutto si vede negato il diritto al possedimento di terra (il 3,5%).Senza considerare le demolizioni di case dei beduini del Negev o di quartieri periferici di città come Lod (vicinino Tel Aviv), dove, durante il periodo delle scorse elezioni, alcuni cittadini arabi ci hanno mostrato case con superfetazioni simili a baracche spiegandoci di non avere i permessi per costruire, di non avere case assegnate dallo Stato e di temere per la demolizione delle estensioni abusive. Gli stessi cittadini non possono fare a meno di notare i casermoni costruiti dai governi israeliani che si sono succeduti negli ultimi dieci anni per fare posto ai nuovi cittadini dello Stato d’Israele provenienti dalla ex Unione Sovietica. Come Lieberman.

12 novembre 2006

Beit Hanoun e Veti

vè|to
s.m.
1 CO atto formale che preclude l’esecuzione di un provvedimento, di una decisione, di una proposta: diritto di v.; porre il v. a una legge, impedire che diventi esecutiva

"11 November 2006 – Exercising its veto in the Security Council today, the United States blocked a draft resolution that won the endorsement of 10 other members and would have called for a United Nations fact-finding mission in response to a recent Israeli operation in Gaza resulting in at least 18 civilian deaths."


"The Gaza Strip has one of the highest overall growth rates and population densities in the world. The 2006 population was 1,428,757 giving the region a population density of 3,750 persons per sq km (9,712 per sq mi).
More than half of Gazans live in the region's urban centers, the largest of which is the city of Gaza."



Il rappresentante degli USA all'ONU, ha quindi precluso qualsiasi indagine sulle responsabilità del recente cannoneggiamento urbano di Beit Hanoun perpetrato dallo stato di israele, suo pupillo baluardo democratico-confessionale in medio oriente.

Il mondo incivile di noi terroristi deve quindi credere ad un "abbiamo sbagliato" e prendere atto che le grandi democrazie possono tirare colpi da 155mm anche nei centri urbani.