04 giugno 2006

Una strana lotta all' abusivismo edilizio

In attesa dell'ordine di sgombero di alcuni avamposti colonici ebraici a sud di Hebron, i soldati israeliani si allenano demolendo presunte «strutture palestinesi illegali». L'Amministrazione civile per la Cisgiordania, che fa capo all'esercito di occupazione israeliano, ha ordinato ieri la distruzione di 13 locali, servizi igienici e cisterne per l'acqua potabile donati da due Ong cristiane, Oxfam e Hwasp, a famiglie palestinesi poverissime che vivono in tende o in grotte nelle località di Mrar al-Abid, Safira, Khalet A-Taba e Makura. Un convoglio formato da una piccola ruspa, una jeep della polizia, un automezzo blindato per il trasporto delle truppe e due automobili con targa civile, hanno percorso in lungo e largo le colline alla ricerca delle «strutture abusive». Si sono quindi accaniti contro questi insediamenti di fortuna, che davano riparo ai più miseri dei miseri.
Alla demolizione compiuta a Khalet a-Taba ha assistito l'italiana Laura Ciaghi, una volontaria dell'associazione cristiana «Operazione colomba» che da anni, nella zona a sud di Hebron, garantisce protezione alla popolazione civile palestinese, assiene ad altre organizzazioni umanitarie internazionali. «Il convoglio è arrivato intorno alle 9.30 - ci ha raccontato - la ruspa si è subito messa al lavoro per ridurre in macerie una scarna struttura edilizia, non completa, usata come abitazione dalla famiglia di Ali Jaber Dababeh. In pochi attimi 12 persone sono rimaste senza un tetto». Ezra Nawi, un portavoce del movimento pacifista arabo-ebraico Taayush, ha spiegato le demolizioni eseguite ieri, con la «necessità» delle autorità israeliane di usare il pugno di ferro con i palestinesi, in anticipo su un possibile sgombero di alcuni avamposti colonici da parte del governo di Ehud Olmert.