Grazie Giulio!
“Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da 50 anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista……..nel ’48 l’ ONU ha creato lo stato di Israele e lo stato arabo. Lo stato di Israele esiste, lo stato arabo no……è importantissimo che ci si dedichi ai taxi e ai notai ma non dobbiamo togliere dal nostro ordine del giorno, prima di tutto morale, il problema della Palestina. Quando erano gli ebrei gli ammalati, chi non era al loro fianco mancava ai propri doveri morali, ma oggi è certamente più malato il mondo palestinese”
(Il Manifesto 19 luglio 2006)
Non sono le parole di qualche pacifista o di qualche esponente della sinistra radicale ma, pensate un po’, di GIULIO ANDREOTTI!
Incredibile ma vero, a lui dobbiamo rivolgerci per sentire qualche parola chiara e netta sulla questione da cui derivano quasi tutti i problemi del medio oriente.
Con i nostri parlamentari, sinistra compresi, che non trovano di meglio da fare che partecipare a manifestazioni di solidarietà con Israele, responsabile di aver acceso questa guerra che sta distruggendo il Libano e uccidendo centinaia di civili innocenti.
Forse costoro non sanno che:
- Esiste un terrorismo di stato fatto di F-16 israeliani che bombardano spiagge e case civili a Gaza City uccidendo decine di civili, bambini compresi.
- Prima del rapimento dei soldati israeliani al confine sud di Gaza, due palestinesi, un dottore e suo fratello erano stati rapiti dall’ esercito con la stella di David.
- Nelle carceri israeliane sono detenuti 10000 prigionieri politici (non sono anch’ essi rapiti?).
- Israele, sin dalla sua creazione, vorrebbe impossessarsi della parte meridionale del Libano, la prima occupazione risale alla guerra del ’48 quando a Salha e Houla furono massacrati 174 contadini disarmati, la seconda risale al ’78 quando morirono sotto le bombe israeliane 1186 civili, la terza nell’ 82 con 20000 libanesi morti.
- Gli Hezbollah sono l’ unico movimento di resistenza ad aver costretto l’ esercito israeliano a rirtirarsi dal sud del Libano, salvando la minoranza sciita che da sempre vi risiede.