21 novembre 2006

SFATANDO DAVID GROSSMAN

Trovo ed inoltro questo articolo di Gilad Atzmon.

Il mondo, così sembra, sta accogliendo con una grande ovazione il nuovo oratore israeliano, l'autore David Grossman. Le pubbliche relazioni di Israele hanno disperatamente bisogno di un intellettuale retto, un autore che 'parli di pace', un uomo che predichi la 'riconciliazione', un uomo di shalom. Ieri The Guardian ha pubblicato un discorso di Grossman, tenuto la scorsa settimana a Tel Aviv davanti al monumento eretto in memoria di Yitzhak Rabin.

Grossman è un 'israeliano illuminato' di 52 anni, un sionista della sinistra moderata che anela ad un cambiamento. Ho letto il discorso di Grossman, e devo dire che benchè questa persona venga vista come un israeliano intellettuale di sinistra, io vedo riflesso nelle sue parole nient'altro che il cuore della supremazia ebraica, e anche la difesa dei vecchi e crudeli piani razziali sionisti. Grossman, come altri Israeliani, è totalmente immerso nel discorso fanatico e centralista sionista, un discorso di negazione della causa Palestinese; cioè il diritto al ritorno.

Ho raccolto e messo in evidenza alcuni passi oltraggiosi pronunciati dal nuovo, emergente oratore ebreo di sinistra.

Grossman e il Mito dei "Valori Universali Ebraici"

Grossman, l'israeliano che alcuni di noi amano amare, ci fa dono di un ampio scorcio nei meandri della mentalitè laica sionista. "Io sono", così dice di sè, "un uomo senza la minima fede religiosa". Ma Grossman non si ferma qui. "Per me, l'establishment - e la stessa esistenza - dello stato di Israele è qualcosa di miracoloso capitata a tutti noi in quanto popolo; un miracolo politico, nazionale e umano". E io mi chiedo, da quando un laico crede ai miracoli? Qualcuno dovrebbe ricordare al signor "intellettuale laico israeliano" che un miracolo è 'l'effetto di un evento straordinario, nel mondo fisico, che oltrepassa tutti i poteri umani o naturali conosciuti, ed è ascritto a cause sovrannaturali'. Ma Grossman, come molti altri israeliani, è riuscito a seguire una nuova forma di laicità . E' un ateismo ascritto ad 'alcune cause sovrannaturali'. Alquanto bizzarramente, i laici sionisti sono degli ortodossi piuttosto fondamentalisti nella loro nuova, patetica religione. Vorrei aiutare Grossman, e rivelargli che non c'è davvero alcun miracolo eroico per quanto riguarda lo stato di Israele. Israele è soltanto un volgare stato razzista e ultranazionalista. Il relativo successo di Israele sembra miracoloso semplicemente perchè per gli arabi nativi ci sono volute solo alcune generazioni per doversi adattare al livello di barbarie sionista.

Secondo Grossman, Israele ha sprecato questo 'miracolo, questa "grande e rara opportunità che la storia ha concesso, l'opportunità di creare uno stato democratico correttamente funzionante ed illuminato che avrebbe agito in conformità ai valori universali ebraici".

Secondo questa panoramica offerta da Grossman sullo spirito ebraico, l'illuminazione e la democrazia sono estranee agli ebrei, e quando hanno luogo nell'ambito della sfera ebraica, dovrebbero essere considerate come un miracolo. Forse senza rendersene conto, Grossman riconosce che l' 'illuminazione' e la 'democrazia' sono intrinsecamente contrarie allo spirito ebraico. Certo, questa corrente intellettuale non è nuova, nè originale. Le prime masse di ideologi sionisti credevano che nella terra di Sion sarebbe emerso un nuovo tipo di ebreo: civilizzato, laico, democratico e illuminato, ribelle verso la diaspora moralmente degenerata dei suoi antenati.

Ancora più allarmante è quando Grossman inganna grossolanamente i suoi ascoltatori parlando dei 'valori universali ebraici', come se questi valori fossero ben integrati e accettati da tempo come dato di fatto. Potrà suonare bizzarro, ma non è mai esistita una cosa simile nella cultura ebraica. Esiste forse qualche libro che parli di 'valori universali ebraici' ? Non mi risulta. Se esiste un insieme di valori che può essere inteso come 'valori universali ebraici', questo può essere individuato nel cuore del giudaismo. Credo che gli ebrei della Torah che sostengono con sincerità la causa palestinese possano eventualmente sapere qualcosa di questi valori universali. Ma Grossman si definisce un uomo laico. Certo non fa riferimento a questi valori secondo l'interpretazione ortodossa giudaica, quando parla in senso globale degli ebrei. Perchè è la cristianità che traduce il giudaismo in un sistema di valori universali. E' la cristianità che trasforma il 'vicino' in un 'altro universale'. Sicuramente vi è abbondanza di umanisti universali ai quali capita di essere di origine ebraica. Ma non esiste nessun sistema di 'valori universali ebraici'. Grossman, come altri intellettuali ebrei che diffondono il mito dell' 'universalismo ebraico', inganna sé stesso e i suoi ascoltatori. E in più, il fatto che il laicismo ebraico sia privo di una sua storia filosofica potrebbe spiegare la generale bancarotta morale dello stato ebraico. Come leggeremo tra poco, anche Grossman, lui stesso, cade in questa trappola. Potrebbe ben essere cosciente del concetto di moralità, ma è incapace di offrire una visione globale della moralità. Potrebbe anche comprendere l'effetto negativo del razzismo, ma lui, lui stesso, cade molto facilmente nel bigottismo suprematista.

Grossman il Razzista Schietto

Grossman è abbastanza coraggioso da prendere posizione e ammettere che la "violenza e il razzismo" hanno preso il controllo della sua casa, Israele. Fin qui tutto bene. Per un istante sono tentato dal credere che Grossman sia davvero un ebreo laico anti-razzista illuminato, ma poi torno subito sui miei passi quando sento la sua frase successiva: "com'è possibile che un popolo dotato di un potere creativo e rigenerativo come il nostro sia riuscito a ritrovarsi, oggi, in una condizione così debole e disperata?". Il lettore critico si potrebbe chiedere cosa Grossman intendesse veramente quando accennava ad un "popolo dotato di potere creativo e rigenerativo"? E’ piuttosto semplice. Grossman crede davvero nell'unicità del popolo eletto. In altre parole, Grossman non è niente più che un biologo determinista. Ciò che ci si dovrebbe chiedere qui è come sia possibile che il quotidiano The Guardian dedichi tre pagine ad un suprematista ebreo? Sono indubbiamente convinto che gli ebrei godano di una certa libertà di cui il resto dell'umanità è priva. Per esempio, mi riesce difficile credere che The Guardian dia credito a un filosofo tedesco che predica il "potere creativo e rigenerativo" della razza ariana. Ma per qualche strano motivo, un intellettuale ebreo è libero di farlo.

Benchè Grossman sia onesto a sufficienza da ammettere che i Palestinesi riconoscano Hamas come loro leader, sollecita il primo ministro israeliano Ehud Olmert a "fare appello ai Palestinesi per reclamare la testa di Hamas. Di fare appello ai palestinesi moderati, quelli che, come voi e me, si oppongono a Hamas e alla sua ideologia".

Signor Grossman, se realmente lei è un umanista universale, cosa che io sospetto lei sia, le raccomanderei allora di ascoltare meglio le parole di Hamas, invece di parlare ai Palestinesi della testa del loro capo. E' evidente che Grossman manca di rispetto verso i suoi vicini; non è in grado di rispettare la loro scelta democratica. Parlando in generale, suggerisco di indirizzare questo genere di discorsi alle teste di Bush e di Blair. Gli intellettuali hanno il privilegio di ascoltare e di agire eticamente.

Grossman, la Vittima

Ma la sua chutzpah (Ebr: audacia), non si ferma qui. "Guardi ai Palestinesi, almeno una volta", dice ad Olmert. "Vedrà un popolo torturato non più di quanto lo siamo noi". Sì, è proprio così, non è uno scherzo. Grossman, il colonialista ebreo, che si sofferma sulla Palestina occupata, una terra sottoposta alla pulizia etnica della popolazione indigena, che guarda alle vittime Palestinesi terrorizzate e contemporaneamente afferma che "vengono turturate quanto noi".

Questa la dice tutta. Riassume in toto il livello di cecità della sinistra sionista. Certo che se questi sono gli Israeliani di sinistra, chi ha più bisogno della destra?

Tant’è che Grossman, nella sua conclusione finale, ammette: "Le differenze tra la destra e la sinistra sono ridotte ai minimi termini oggigiorno". E ha ragione. All'interno del discorso politico europeo, Grossman, l'intellettuale di sinistra israeliano, non è niente altro che un banale neoconservatore di destra. Un uomo che predica il razzismo in nome della buona volontà. Un uomo che parla alle spese delle teste altrui.

Grossman e la Soluzione dei Due Stati

Grossman inganna se stesso e chi lo ascolta, dicendo che "la terra sarà divisa, e ci sarà uno stato palestinese". In parte si sbaglia, signor Grossman. Questa terra non verrà mai divisa. Le pongo la questione in termini molto chiari e inequivocabili, in modo che lei e i suoi pochi sionisti di sinistra ve ne rendiate conto una volta per tutte. La Palestina è una terra, e Israele è uno stato. La Palestina sarà sempre la Palestina, cioè una terra. E Israele, al contrario, è uno stato razzista e nazionalista e scomparirà . La terra non sarà divisa. Sarà riunita in un'unica Palestina. Anzichè mantenere uno stato razzista e nazionalista, propongo a Grossman e ai suoi amici di unirsi al movimento palestinese. Un movimento in nome dell'eguaglianza nella terra di Palestina. Una Palestina con valori universali.

Gilad Atzmon